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Mobilità e flessibilità: facce della stessa medaglia

INDICE:

  • Differenze tra mobilità e flessibilità
  • Due facce della stessa medaglia
  • Come migliorare la flessibilità muscolare
  • Come migliorare la mobilità articolare

Errore comune è quello di considerare sinonimi due termini come mobilità e flessibilità. Ci sono atleti di altissimo livello che sono estremamente mobili, ma poco flessibili. Obiettivo di questo articolo è cercare di fare chiarezza sull’argomento e capire soprattutto se entrambe le capacità possono coesistere per migliorare la nostra performance.

DIFFERENZE TRA MOBILITÀ E FLESSIBILITÀ

In realtà, comprendere la differenza tra mobilità e flessibilità è un gioco da ragazzi. Basta infatti aggiungere due paroline accanto a questi termini. Da ora in poi parleremo di mobilità articolare e flessibilità muscolare. Adesso è tutto chiaro? Nel primo caso stiamo facendo riferimento alle nostre articolazioni e nel secondo caso ai nostri muscoli.

Quindi come faccio a lavorare su uno, piuttosto che sull’altro?

Il sistema articolare va allenato tramite movimenti piuttosto ampi e dinamici. Il sistema muscolare, essendo di per sé formato da fibre elastiche, va allungato, mediante, ad esempio, esercizi di stretching.  

Il consiglio che ci sentiamo di dare è quello di combinare le due capacità al fine di preservare sia muscoli che articolazioni. Esercizi combinati di mobilità articolare e flessibilità muscolare risultano essere la scelta più adeguata.

DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

Una volta compreso che è meglio lavorare su entrambe le capacità, possiamo anche trattarle come due facce della stessa medaglia. Quindi, da questo momento in poi, quando si farà riferimento alla mobilità articolare, siamo consapevoli che si sta parlando anche di flessibilità.  

Per studiarle al meglio dobbiamo fare riferimento a due concetti differenti:

  • Articolarità: intesa come efficienza funzionale delle articolazioni. Questa è legata all’anatomia dell’articolazione stessa, che non può essere in alcun modo modificata. Qui entra in gioco l’esercizio fisico che contribuisce a mantenere il giusto grado di efficienza funzionale e quindi di articolarità;
  • Estensibilità: capacità d’allungamento dei muscoli e delle strutture che li compongono. In questo caso si cerca di agire sui cosiddetti vincoli articolari, ovvero quegli elementi che limitano l’escursione articolare (tendini, legamenti, capsule articolari, etc.).

Se questi due fattori interagiscono positivamente fra loro, ci saranno sicuramente benefici in termini di mobilità e flessibilità. L’immagine qui sotto ci chiarisce bene quello che abbiamo detto finora. L’atleta salta l’ostacolo avvalendosi di un’ottima mobilità dell’articolazione dell’anca e di una notevole flessibilità dei muscoli ischiocruraliIschiocrurali Muscoli posteriori della coscia..

Mobilità e salto a ostacoli

COME MIGLIORARE LA FLESSIBILITÀ

In questo paragrafo cercheremo di passare all’atto pratico, offrendo degli spunti che possano servire per migliorare la flessibilità.

Abbiamo già detto che in questo caso è bene concentrarsi sul sistema muscolare, provando a renderlo più elastico di quello che già è. Possiamo quindi distinguere due tipi di flessibilità:

  • Attiva: realizzata attraverso esercizi dinamici che puntano ad allungare i muscoli;
  • Passiva: realizzata attraverso esercizi più statici, che mantengono il muscolo in allungamento per un periodo di tempo prolungato, cercando al contempo di rilassarlo.

Una volta esposte le metodiche attraverso le quali lavorare sulla flessibilità, è bene chiarire alcuni principi generali che ci permettono di migliorarla in maniera sicura ed efficace:

  • Conoscere la corretta esecuzione del movimento, dall’inizio alla fine. È importante conoscere la biomeccanica del muscolo che stiamo allungando, in modo da lavorare efficacemente su di esso;
  • Non superare la soglia del dolore. L’unica sensazione che si deve avvertire è una tensione muscolare;
  • Eseguire la respirazione correttamente. Provare a rilassarsi, in particolare durante la fase di espirazione, aiuta ad allungare i muscoli;
  • Lavorare sia sui muscoli agonisti che antagonisti. Se, ad esempio, allungo il bicipite, è bene allungare anche il suo antagonista, in questo caso il tricipite;
  • Non eseguire esercizi a freddo ad intensità elevata. Lo stretching può essere eseguito a freddo ma con moderazione.

COME MIGLIORARE LA MOBILITÀ

Il miglioramento della mobilità articolare permette fin da subito di muoversi meglio e, più generalmente, di sentirsi meglio. Cosa c’entra il sentirsi meglio? C’entra parecchio. Nella vita di tutti i giorni tendiamo ad accumulare rigidità, o perché stiamo troppo fermi o perché facciamo sempre gli stessi movimenti.

Migliorare la mobilità, quindi, può essere utile su diversi fronti. Uno è sicuramente quello sportivo. Se sono una persona che pratica attività sportiva, ho tutto l’interesse affinché le mie articolazioni e i miei muscoli si muovano in modo corretto. Un altro vantaggio lo abbiamo nella vita di tutti i giorni. Se riesco a liberarmi delle rigidità che ho accumulato a causa di posture scorrette o di semplice inattività fisica, sicuramente mi muoverò meglio e molte delle problematiche muscolo-scheletriche si ridurranno o spariranno definitivamente.

Una struttura fra tutte spesso necessita di una maggiore mobilità: la schiena. Questa, quando è molto rigida, porta a problematiche croniche fastidiose. Prima di andare avanti, bisogna fare una breve premessa sull’anatomia della nostra colonna vertebrale.

La colonna vertebrale è formata da un insieme di vertebre connesse tra loro che formano questo grande supporto al nostro organismo. Un aspetto spesso trascurato, ma fondamentale, è che è suddivisa in alcune regioni: zona cervicale, dorsale, lombare e sacro-coccigea. Questo significa che essere rigidi in una sola di queste zone può comportare ripercussioni sull’intera colonna. Pertanto, è importante ricercare le cause della rigidità e la loro origine, in modo tale da correggerle e lavorarci in maniera specifica.

Quello che vogliamo lasciarvi oggi è un semplice test che ci permette di capire a che livello di rigidità si trova la nostra schiena. Proviamo a simulare l’esercizio dell’immagine sottostante.

Test di mobilità e flessibilità

Fatto? Se sei riuscito a toccare tranquillamente con le mani a terra significa che hai una buona mobilità della schiena, altrimenti c’è da lavorare. Questo test, in realtà, può anche essere utilizzato per valutare la flessibilità dei muscoli ischiocrurali. Come già detto, mobilità e flessibilità vanno spesso a braccetto.

Concludiamo questo articolo soffermandoci proprio su questo. È importante riconoscere e allenare le strutture articolari e muscolari sulle quali siamo particolarmente carenti, in questo caso in termini di rigidità. Per riuscire a farlo correttamente consigliamo il supporto di uno specialista, che sicuramente sarà in grado di individuare le rigidità presenti e permettervi di migliorarle.

MOBILITÀ E FLESSIBILITÀ IN PILLOLE

  • Differenze tra mobilità e flessibilità. Per studiare a fondo queste capacità è importante collegarle a strutture differenti: nel primo caso le articolazioni, nel secondo i muscoli;
  • Due facce della stessa medaglia. Mobilità e flessibilità sono strettamente correlate fra di loro;
  • Come migliorare la flessibilità. Un lavoro curato sull’allungamento muscolare, svolto con i dovuti accorgimenti, è il metodo più efficace per allenare questa capacità;
  • Come migliorare la mobilità. Sviluppare una maggiore mobilità porta miglioramenti anche nella vita di tutti i giorni.