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La postura: più pratica e meno teoria

Indice:

  • Genesi della nostra postura
  • Rapporto tra postura e dolore
  • L’analisi posturale: è davvero utile?

Uno dei temi più importanti dello scenario del fitness verrà analizzato in questo articolo: la postura.

Che cos’è la postura? Esistono tantissime definizioni che potrebbero essere utilizzate come risposta a questa domanda, proviamo però ad approfondire l’argomento e capirne qualcosa in più.

Nel collettivo comune la postura è intesa come l’atteggiamento del corpo di un individuo in un determinato ambiente. Quindi si osservano già due variabili importanti: l’ambiente in cui la persona si trova e il momento in cui sta sviluppando quell’assetto posturale.

GENESI DELLA NOSTRA POSTURA

In che modo quindi i due fattori sopracitati possono influenzare la nostra postura?

In questo caso, la letteratura scientifica ci aiuta a fare chiarezza. Secondo Sharman particolari posture mantenute per un tempo prolungato possono causare alterazioni anche permanenti dei nostri tessuti. Questi adattamenti tissutali possono contribuire nell’insorgenza di una problematica muscolo-scheletrica che, il più delle volte, è una delle cause di anomalie posturali.

Schematizzando, cerchiamo di capire quali sono i fattori che influenzano la nostra postura:

  • L’eccessiva flessibilità o la retrazione di un muscolo può inficiare sulla corretta funzionalità di un’articolazione (Sharman, 2005). Un tessuto che mantiene una posizione di accorciamento o allungamento prolungata nell’arco della giornata andrà incontro ad adattamenti non ideali. Nel primo caso una riduzione della sua lunghezza, nel secondo caso un aumento della debolezza del tessuto stesso causata da eccessivo allungamento a riposo. Quindi il mantenimento di posture alterate prolungate nel tempo può aumentare il rischio di infortuni alle nostre strutture muscolo-scheletriche. In questo caso, come vedremo in maniera più specifica successivamente, un programma di mobilizzazione generale, di rinforzo sulle strutture eccessivamente allungate e di stretching su quelle particolarmente retratte aiuterà a migliorare l’equilibrio articolare;
  • Aumento (ipertrofia) o riduzione (ipotrofia) delle fibre muscolari (più specificatamente della sezione trasversa del muscolo) possono causare adattamenti ai nostri tessuti. La prima riguarda una risposta a stimoli esterni (peso corporeo, manubri, bilancieri) orientata verso un rinforzo muscolare. La seconda è conseguenza di sedentarietà e di “poco uso” dei nostri muscoli e tessuti. In caso di ipertrofia, si può riscontrare un cattivo allineamento delle strutture articolari, dovuto spesso a un eccessivo lavoro di carico sull’articolazione stessa. Pertanto è bene formulare un programma per rinforzare quei muscoli ipotrofici, causa degli impropri adattamenti posturali.

La verità è che non c’è una posizione ideale. Dire “stai bene dritto con la schiena quando sei seduto” è un semplice luogo comune. Infatti, si è visto in realtà che non esiste una postura corretta da mantenere sempre durante tutto l’arco della giornata. È stato riscontrato invece che cambiare frequentemente posizione ha effetti benefici. Al contrario, sostare troppo tempo nella stessa posizione va a creare adattamenti temporanei o permanenti del nostro assetto posturale.

RAPPORTO TRA POSTURA E DOLORE

Spesso viene fraintesa la correlazione che esiste tra un’alterazione posturale e il dolore che proviamo alla regione anatomica interessata. In realtà, le più recenti ricerche scientifiche hanno ribadito che non c’è un rapporto diretto tra l’avere una modificazione della postura e un dolore presente o futuro.

È fondamentale capire che anomalie posturali non costituiscono sempre motivo di preoccupazione, non sono sempre così “gravi”. Ci sono soggetti con scoliosi o ipercifosi che non hanno alcun tipo di dolore e soggetti con un perfetto allineamento delle curve fisiologiche del dorso che hanno dolore alla schiena.

È stato visto che quello che conta veramente per quanto riguarda il dolore non è tanto l’allineamento posturale, quanto la funzionalità dei tessuti delle regioni anatomiche. Questo significa che tra un soggetto attivo che ha anomalie posturali, che fa sport ed esercizi che gli impegnano tutti i tessuti ed un soggetto sedentario che ha una postura corretta, il soggetto attivo avrà minore possibilità di insorgenza di dolore.  

Quindi avere una postura corretta non mi rende esente da avere dolori in futuro. Se non si utilizza il proprio corpo, non si stimolano i tessuti e non si rendono più resistenti, si ha in ogni caso un’alta probabilità di farsi male. 

Postura scorretta al computer.

L’ANALISI POSTURALE È DAVVERO UTILE?

L’osservazione statica della postura sotto un profilo frontale, posteriore e laterale è diventata una delle armi più importanti nelle mani del professionista nel contesto dei disturbi posturali. Vorrei invece stimolare la curiosità del lettore a informarsi maggiormente attraverso le recenti evidenze scientifiche, che dimostrano quanto ormai questa pratica sia obsoleta e, a tratti, dannosa.

Nel paragrafo precedente abbiamo già approfondito come le asimmetrie posturali e l’alterazione della postura non sono correlate a un dolore presente e non sono nemmeno un fattore di rischio per un dolore futuro.

Una scoliosi o una dismetria del bacino non hanno nulla a che fare con la salute delle nostre articolazioni. Di conseguenza, eseguire un’analisi posturale per capire le cause di un dolore ha veramente poco senso.

Anche nella programmazione di una scheda di allenamento, effettuare un’analisi della postura non ci permette di correggere l’errata esecuzione di un gesto o un movimento, per cui risulta essere una pratica fine a sé stessa.

L’osservazione dell’assetto posturale può risultare utile per individuare alterazioni strutturali alla colonna vertebrale, come ipolordosi o ipercifosi. Queste necessitano di alcuni accorgimenti nell’esecuzione di particolari esercizi come squat o panca piana. Magari, dedicheremo un articolo specifico sulla postura nel contesto del fitness.

In ogni caso, queste alterazioni si possono individuare facilmente e devono essere necessariamente valutate durante l’allenamento, in quanto non è detto che siano rilevanti nell’esecuzione dell’esercizio. Si evidenzia quindi, ancora una volta, quanto una sola osservazione statica è assolutamente fine a sé stessa.

Errore comune è quello di spaventare eccessivamente la persona prospettandogli possibili problematiche articolari. Bisogna invece comprendere come una postura non perfetta è un riscontro che, al giorno d’oggi, deve essere considerato normalissimo.   

Alla luce di ciò, abbiamo capito come la letteratura scientifica abbia ridimensionato l’importanza dell’analisi posturale, concentrandosi maggiormente su ciò che può concretamente dare una mano a risolvere un dolore articolare.

LA POSTURA IN PILLOLE

  • Genesi della nostra postura. Comprendere i fattori che influenzano la nostra postura ci aiuta a correggerli e adattarli al nostro stile di vita quotidiano.
  • Rapporto tra postura e dolore. L’anomalo allineamento posturale non è causa di dolore, l’alterata funzionalità dei tessuti che ne comporta lo è.
  • L’analisi posturale: è davvero utile? L’osservazione statica della postura risulta essere una pratica obsoleta, un programma di esercizi volto ad armonizzare l’assetto muscolo-scheletrico sembra essere molto più efficace.