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Musica: che ruolo ha nello sport?

INDICE:

  • Il nostro cervello canta
  • Effetti pratici della musica
  • La musica: il doping che non ti dopa

Fare sport con la musica o fare sport senza. Cosa preferite?

Prima di addentrarci sulle specifiche dell’argomento bisogna fare una doverosa premessa. Musica e sport coesistono da sempre. Così come un atleta cerca di raggiungere l’obiettivo con tutte le sue forze e, in alcuni casi, dedica la propria vita a perseguirlo, il musicista trasmette nei testi che scrive le proprie emozioni, provando a far uscire fuori tutto quello che ha dentro.

Questi due fattori si incontrano fra loro e si incontreranno sempre. Al di là del loro rapporto strettamente intimo, la ricerca scientifica ha detto la sua sul ruolo della musica nello sport, cercando di chiarire la sua influenza durante una prestazione sportiva. 

Prima di analizzare gli effetti della musica durante una performance è bene chiarire una cosa. Quello che può piacere a me non è detto che piaccia a qualcun altro. Anzi, il più delle volte, è proprio il contrario. C’è chi entra in palestra, mette le cuffiette e fa partire gli ACDC a tutto volume e c’è chi ascolta Mozart prima di un incontro di pugilato. Esiste una scelta migliore rispetto a un’altra? La risposta è NO. La scelta migliore è quella più adatta a me, che rispetta i miei gusti personali.

Immaginate adesso di inserire la VOSTRA playlist. Da questo punto in poi cerchiamo di capire che effetti potrebbe avere sulla nostra prestazione.

Musica e sport

IL NOSTRO CERVELLO CANTA

A quanto pare, la scienza ci dice che la giusta musica è in grado di smorzare la fatica ed è anche in grado di motivarci. Troppo scontato, starete pensando. Eppure la ricerca scientifica ha impiegato tanto tempo a isolare l’effetto della musica sul nostro cervello. Non è stato semplice valutare esclusivamente le onde cerebrali prodotte dall’ascolto della giusta playlist.

Il risultato è che, nonostante spesso possa far perdere la concentrazione, pare che la musica migliori la motivazione e l’umore di circa il 28% durante l’attività fisica.

Secondo l’esperienza di molti, in attività ripetute come la corsa, dove mantenere un buon ritmo per tanto tempo risulta particolarmente complicato, la musica permette di tenere alta la concentrazione, migliorando così la performance.

Ma entrando più nello specifico, cosa succede nel nostro cervello? La scienza dice che questi effetti positivi sono dovuti all’aumento delle onde Beta. Infatti, un basso livello di queste onde, a quanto pare, porta a condizioni di rilassamento. Al contrario, livelli ottimali di attività inducono a essere più ricettivi, concentrati e maggiormente predisposti anche nella risoluzione di problemi.

Onde beta del cervello

Questo è il motivo per cui, nel 2007, la federazione americana di atletica, la USA Track and Field, ha vietato l’utilizzo di auricolari nelle competizioni ufficiali. Nell’ultimo paragrafo di questo articolo approfondiremo proprio questo tema; adesso cerchiamo di capire, più specificatamente, gli effetti della musica nello sport.

EFFETTI PRATICI DELLA MUSICA

Le indagini scientifiche hanno rivelato almeno 4 modi chiave in cui la musica influenza la prestazione sportiva:

  • Dissociazione. Come accennato precedentemente, durante l’esercizio fisico, ascoltare brani che ci piacciono può distogliere dalle sensazioni di affaticamento. A quanto pare la percezione dello sforzo si può abbassare fino al 10% durante una prova di media intensità. Sembrerebbe però che, se lo sforzo diventa più intenso, questo effetto si va via via perdendo;
  • Regolazione delle emozioni. La musica viene spesso utilizzata prima di una prestazione o come stimolante o per gestire momenti di stress, ansia, agitazione che possono sovrastare l’atleta prima di una gara. In questo caso dipende tanto dal tipo di musica scelta. È chiaro che se sono particolarmente agitato ascoltare playlist troppo energiche potrebbe non aiutare. Ma non è detto che sia così. Ricordiamo che la scelta dei brani è assolutamente personale. In realtà, nonostante i processi fisiologici (attivazione di onde beta come sopracitato) tendono a reagire a ritmo di musica, la maggior parte delle ricerche sostiene che sono i testi e le associazioni ai nostri ricordi che hanno un maggiore impatto sulle emozioni;
  • Sincronizzazione. Associare un esercizio ripetuto, come la corsa o il ciclismo, ad un brano musicale dello stesso ritmo, può aumentare la prestazione. L’esempio più interessante è quello del mezzofondista etiope Haile Gebrselassie, famoso per aver stabilito il record del mondo sui 10.000 metri, correndo a tempo della famosissima canzone “Scatman”.
  • Stato di flow. O stato di flusso, è una condizione in cui si è così concentrati che tutto il resto scompare. In questo momento il mondo esterno non esiste più e ci si ritrova ad essere una cosa sola con l’azione che si sta svolgendo. A quanto pare, ascoltare musica aiuta ad entrare in questo stato di flow.

LA MUSICA: IL DOPING CHE NON CI DOPA

Come accennato in qualche riga precedente, nel 2007 venne bandito l’utilizzo della musica in cuffia alla maratona di New York. Questa notizia, ai tempi, fece molto scalpore. In realtà, abbiamo già capito come quella decisione fu assolutamente corretta.

Soffermiamoci particolarmente sul punto numero 3 del paragrafo precedente: la sincronizzazione. Esistono degli strumenti conosciuti da tutti che aiutano a registrare la cadenza media nell’allenamento. Uno di questi è il metronomo, che può produrre un segnale acustico a seconda dei BPM (battiti per minuto) impostati dall’utente. Questo può essere molto comodo quando ci si allena, perché riesce a dare un feedback in tempo reale su come sta procedendo la prestazione. Ma cosa succederebbe se decidessi di utilizzarlo in gara?

Facciamo un esempio: io so che in un determinato allenamento i miei BPM sono di circa 80 al minuto. Allora potrei modificare la mia cadenza in gara e impostarla a 86 per avere una frequenza superiore e una velocità maggiore. È chiaro quindi come questo sarebbe un vantaggio enorme e proprio per questo motivo è stato considerato un doping di carattere più “mentale”, ma che si riflette sulla performance fisica.

Musica e performance sportiva

Ci teniamo a ribadire, per concludere, che la scelta di ascoltare musica durante un allenamento sportivo è assolutamente personale. La ricerca scientifica, al giorno d’oggi, ci ha offerto numerosi spunti sugli effetti che ha durante una performance, ma questo non significa che sono obbligato a seguirli per trovare nuovi stimoli o una migliore motivazione.

C’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà. – Albert Einstein

MUSICA E SPORT IN PILLOLE

  • Il nostro cervello canta. Ascoltare musica durante l’allenamento aumenta l’attivazione di onde Beta, che ci permettono di essere più ricettivi e concentrati;
  • Effetti pratici della musica. Dissociazione, regolazione delle emozioni, sincronizzazione e stato di flow. Studiamoli per capire come vengono influenzati;
  • La musica: il doping che non ci dopa. Riprodurre playlist musicali risulta essere un vantaggio per la nostra mente e, di conseguenza, il nostro fisico.